¡España! Pizzighettone fra XVI e XVIII secolo

L’evento

Fra Maggio e Giugno 2012 è stato organizzato l’itinerario tematico dal titolo ¡España! Pizzighettone fra XVI e XVIII secolo.

Ideato e condotto da Davide, l’evento è stato dedicato alle vicende di Pizzighettone e della Lombardia durante il periodo spagnolo: la dominazione degli Asburgo di Spagna sul Ducato di Milano, fra la prima metà del Cinquecento e i primi anni del Settecento.

Lo storico ha distribuito la sua illustrazione lungo un percorso guidato a tappe attraverso gli spazî e le strutture dell’antica piazzaforte pizzighettonese di Gera, fatta costruire proprio dagli Austrias nel XVII secolo.

Davide ha basato il proprio discorso sugli esiti delle ricerche storiche e architettoniche che conduce nel Nord Italia e che riguardano il basso Medioevo, il Rinascimento e l’Età Moderna.

La storia

La presenza degli Asburgo di Spagna in Lombardia iniziò con l’ascesa al potere di Carlo di Gand (1500-1558): figlio di Filippo (detto il Bello, 1478-1506) e di Giovanna d’Aragona e di Castiglia (1479-1455), negli Anni Dieci del XVI secolo ricevette da parte sia materna sia paterna vasti dominî estesi fra Penisola Iberica ed Europa centrale (oltre che in Africa, in Asia e nelle Americhe).

Quest’eredità gli valse un forte aiuto per l’elezione a imperatore del Sacro Romano Impero nel 1519 (diviene Carlo V, nella successione déi monarchi imperiali). L’influenza di questo titolo gli fu determinante per affrontare il Regno di Francia: il sovrano transalpino Francesco I di Valois-Angoulême (1494-1547), dagli Anni Venti del Cinquecento gli contese infatti la supremazia sull’Europa occidentale.

Fondamentale per il controllo dell’intera Italia, il Ducato di Milano fu tra gli scenarî dello scontro. Dal 1515 lo stato milanese era sotto la sovranità dello stesso Francesco I. Nel 1522 il re francese fu spodestato dal suo dominio lombardo a opera di una coalizione militare guidata proprio da Carlo V.

L’imperatore riassegnò il trono ducale a Francesco II Sforza (1495-1535), discendente del casato che aveva governato Milano per tutta la seconda metà del XV secolo fino al biennio 1499-1500 e, successivamente, dal 1512 al 1515.

Pizzighettone era un importante caposaldo del Ducato milanese. Collocata lungo il córso del fiume Adda a pochi chilometri dai confini con il Piacentino (che proprio dal 1522 era entrato a far parte degli Stati della Chiesa), con il Bresciano e con il Cremasco (sotto il dominio della Repubblica di Venezia), la piazzaforte era vitale per la sicurezza del cuore dello stato.

Il borgo riverasco e le sue fortificazioni furono occupate dalle truppe spagnole nell’autunno 1524. Nel 1525 fra le mura del suo Castello fu tenuto prigioniero lo stesso Francesco I di Valois-Angoulême, sconfitto e catturato dall’esercito di Carlo V durante la Battaglia di Pavia.

La morte di Francesco II Sforza nel 1535 e l’allontanamento della minaccia francese fecero entrare stabilmente Pizzighettone e il Ducato di Milano nell’orbita asburgica.

Nel 1540 divenne duca di Milano uno déi figlî di Carlo V, Filippo d’Asburgo (1527-1598), che nel 1555 ereditò anche il trono spagnolo con i dominî d’oltremare degli Austrias.

La piazzaforte di Pizzighettone divenne quindi parte del Camino Español: una serie di territorî sotto il controllo asburgico che permetteva a truppe e materiali di transitare fra il mar Mediterraneo e quello del Nord aggirando la Francia.

Durante la seconda metà del Cinquecento e i primi anni del Seicento il borgo riverasco non conobbe direttamente i conflitti sostenuti dalla Corona spagnola. Ritenuto un presidio senza particolari problemi gestionali, il Castello ospitò spesso militari di lungo córso alla fine della carriera.

Contemporaneamente, il borgo vide diminuire il peso delle attività commerciali che ne avevano favorito lo sviluppo economico durante il Quattrocento. Questo anche per i danni causàti dalle guerre che avevano sconvolto il Cremonese nella prima metà del XVI secolo, per la diminuzione del numero déi mercanti residenti nel borgo e per la contrazione del traffico navale lungo i fiumi lombardi.

La navigazione, tra l’altro, risentiva della crescente regimazione déi córsi d’acqua, che favoriva gli interessi economici di tipo agricolo a scapito déi commercî.

Proprio durante la dominazione degli Austrias, fra gli Anni Trenta e Quaranta del Seicento, a Pizzighettone furono compiute vaste opere di bonifica che portarono al taglio del córso del fiume Adda a monte e a valle del centro abitato.

La partecipazione della Corona spagnola alla Guerra dei Trent’Anni durante i regni di Filippo III (1578-1621) e di Filippo IV (1605-1665) portò a ripetute invasioni e minacce al territorio milanese da parte delle armate del Regno di Francia, del Ducato di Parma e Piacenza e di quello di Modena e Reggio. Da qui si generò la necessità di restaurare le fortificazioni pizzighettonesi.

Riprendendo alcuni lavori iniziàti negli Anni Ottanta del secolo precedente e rimasti incompiuti, fra il quinto e il sesto decennio del Seicento l’antica cerchia muraria di Pizzighettone fu attorniata da un fronte bastionato costruito con terra e fascine: esteso per decine di ettari, si sviluppava sia sulla sponda Est sia su quella Ovest del fiume Adda.

La prima tranche fu realizzata attorno a Pizzighettone, sotto il comando di Ercole Teodoro Trivulzio (1620-1664) e la direzione tecnica del colonnello Gian Giacomo Tensini. La seconda fase, compiuta attorno alla borgata di Gera, fu eseguita sotto il controllo del governatore del Ducato di Milano Luis de Benavides Carrillo, marchese di Caracena (1608-1668) e la direzione del matematico Alessandro Campione.

Oltre all’occupazione di ampie aree coltivate, la costruzione di queste opere fortificate comportò l’abbattimento di quasi tutti i borghi extra moenia di Pizzighettone, con una significativa riduzione della popolazione riverasca.

Tale situazione acuì la crisi economica e sociale già in atto nello Stato di Milano e in Italia. Inoltre, si aggiunge a quella politica, resa evidente dalla sconfitta degli Asburgo di Spagna nelle fasi finali della Guerra dei Trent’Anni.

Per tentare di supplire al crescente bisogno di risorse finanziarie il governo spagnolo decretò l’infeudamento di numerose località lombarde, dietro esborso di cospicue somme di denaro. Pizzighettone, che nel 1647 evitò il procedimento pagando una grossa cifra, nel 1656 fu assegnata a Ercole Teodoro Trivulzio.

La morte dell’ultimo discendente della linea dinastica di Carlo e Filippo, Carlo II d’Asburgo (1661-1700), aprì un periodo travagliato in cui si scontrarono le fazioni sostenitrici déi due principali pretendenti al trono iberico: Filippo di Borbone (1643-1746), appoggiato dal nonno, il sovrano di Francia Luigi XIV (detto il Re Sole, 1638-1715), e Carlo d’Asburgo (1685-1740), figlio dell’imperatore Leopoldo I (1640-1705).

Occupato dalla fazione borbonica nel 1701, lo Stato di Milano divenne campo di battaglia per gli eserciti déi due parti contendenti. Nell’autunno 1706 la piazzaforte di Pizzighettone fu assediata e conquistata dalle truppe congiunte degli Asburgo e déi Savoia, capitanate dal principe Eugenio di Savoia-Soissons (1663-1736).

Con gli accordi firmàti a Utrecht (1713), a Rastatt, a Baden (1714) e, successivamente, all’Aia (1720), il Ducato di Milano fu riconosciuto agli Asburgo d’Austria: Carlo, che era stato proclamato imperatore, divenne sovrano dello stato lombardo.

A partire dagli Anni Venti del Settecento il Casato dell’Aquila Bicipite rinunciò a ogni realistica rivendicazione sul trono ispanico, assegnato a Filippo di Borbone. Ormai dipendente dalla corte asburgica di Vienna, per la Lombardia si concluse il periodo spagnolo.

I contenuti

L’itinerario tematico ¡España! Pizzighettone fra XVI e XVIII secolo ha esaminato diversi aspetti relativi alla Lombardia spagnola.

A cominciare dal luogo stesso della manifestazione: il fronte bastionato di Gera, sulla sponda occidentale del fiume Adda. Queste fortificazioni furono infatti costruite negli Anni Cinquanta del Seicento, durante l’ultima fase della Guerra dei Trent’Anni.

In particolare, le spiegazioni di Davide si sono soffermate sulle strutture tuttora esistenti erette in quel periodo (benché rimaneggiate néi decenni seguenti): le piazze d’armi retrostanti i bastioni di Sant’Antonio e di Caracena, i fossati di Sud-Ovest, Nord-Ovest e Nord, le mezzelune Ossuna e di San Rocco.

L’illustrazione delle opere fortilizie e delle vicende politico-militari in cui furono coinvolte ha fornito l’occasione per allargare il discorso alla vita quotidiana del presidio militare durante l’Età Moderna.

Gli accenni alle provenienze geografiche déi soldati e alla convivenza fra civili e militari hanno poi consentito di allargare il discorso a temi economici e sociali riguardanti Pizzighettone e la Lombardia fra Cinquecento e Settecento.

Una delle questioni è stata la cognonomastica locale, fortemente influenzata dalla prolungata presenza di militari, ufficiali e magistrati di origine non italiana. Cognomi di origine ispanica o germanica sono presenti fin dal pieno Evo Moderno fra la popolazione riverasca.

Poi, è venuta la volta delle epidemie, che erano spesso veicolate proprio dalle truppe. Per esempio, quella del 1629-1633 (più nota come Peste Manzoniana, perché descritta ne I promessi sposi di Alessandro Manzoni): pestilenza che seguì una carestia agricola e una crisi produttiva delle manifatture lombarde alla fine degli Anni venti del Seicento, ma che interessò in forma lieve il territorio pizzighettonese.

Vicenda, questa, che fu attribuita dalla popolazione locale all’intervento salvifico della Beata Vergine del Roggione, per il cui culto fu eretto un santuario nell’omonima località fra il secondo e il terzo quarto del XVII secolo.

Alla devozione religiosa è sono legate alcune opere artistiche o monumentali comparse a Pizzighettone durante la dominazione degli Austrias. È il caso della Cappella degli Spagnoli (ora Cappella del Santo Rosario) nella parrocchiale di San Bassano (tradizionalmente, San Bassiano): luogo di sepoltura di varie personalità ispaniche o legate all’amministrazione del Ducato milanese fra Cinquecento e Seicento.

Qui sono ancór oggi custodite una serie di lapidi e, in particolare, di formelle con altorilievi marmorei tardomedievali, raffiguranti l’Annunciazione alla Vergine, la Natività e la Visitazione dei Magi. Queste ultime furono donate alla chiesa pizzighettonese da Diego Salazar (1540-1627), conte di Romanengo e gran cancelliere dello Stato di Milano tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento.

Meno percepibili con immediatezza ma importanti per l’assetto idrografico del territorio furono le opere di taglio e di bonifica compiute lungo l’Adda immediatamente a Nord e a Sud di Pizzighettone fra gli Anni Trenta e Quaranta del XVII secolo. Le rettificazioni, che mutarono radicalmente varî chilometri quadrati della vallata golenale adduana, furono compiute sotto l’egida del cardinale Giangiacomo Teodoro Trivulzio (1597-1656) e la direzione dell’ingegnere Giovan Battista Barattieri.

I corsi d’acqua, insieme alle strade, rientrano nel settore déi trasporti, strettamente connesso con quelli delle attività produttive e della tasse. Davide ha anche tratteggiato alcuni problemi storiografici legàti alla fiscalità e alla legislazione durante il periodo degli Austrias, tradizionalmente ritenute opprimenti e ridondanti (specialmente, la categoria delle «gride spagnole»).

Info

Luogo:
Pizzighettone (Cremona, Lombardia – Italia), fortificazioni di Gera (Via Antica Lodi/Via Casematte)

Date:
27 Maggio, 2 e 3 Giugno 2012

E-mail (Davide):
e v e n t i @ t a n s i n i . i t

Telefono (Davide):
(+39) 3 4 9  2 2 0 3 6 9 3

Note:
l’evento è stato ideato e condotto da Davide, che detiene la paternità creativa dell’iniziativa e tutti i relativi diritti; i contenuti da lui illustràti al pubblico durante la manifestazione sono basàti sugli esiti delle sue ricerche in àmbito storico e architettonico

© Davide: tutti i diritti riservàti – Pubblicato l’8 agosto 2022 – Aggiornato al 26 giugno 2024